Ieri sera, sono uscita a bere una birra in un locale di fronte all’ Arco di Traiano.
Adoro osservarlo: così imponente e imperituro mi dà la giusta prospettiva per guardare alle cose del mondo.
Per cui, voglio dire, visto che con l’Arco c’ho un legame sentimentale a sua insaputa, guai a chi me lo tocca.
Stavo lì a bermi la mia birra ghiacciata, quando mi giro per dargli un’altra occhiata (la conversazione aveva bisogno di una virata e io della giusta prospettiva), e ci vedo parcheggiata davanti un’automobile. Comincio a innervosirmi, ma per un dovere di leggerezza, provo a non pensarci.Decido di berci su e ordino un’altra birra.
Appena il ragazzo arriva al tavolo gli chiedo: “Scusami, ma sai di chi è quella macchina?”. Lui, gentile, ma distaccato: “No, no non saprei”. Io, però, non ci penso proprio a mollarlo:”Ma secondo te – insisto – è un modo normale di parcheggiare? Qui non si potrebbe, perchè non chiamate la polizia?”; lui senza scomporsi, non si sforza neppure di trovare il fiato per un’altra parola, accenna un’alzata di spalle e va via.
Io butto giù la birra. Intanto, sfilano gruppi di turisti, coppie, famiglie che si fermano davanti all’Arco di Traiano per il selfie da turista fai tutto da te. Li osservo spostarsi per trovare l’angolazione giusta per evitare foto con Arco e automobile da parcheggio selvaggio, di quelle che puoi trovare su quei blog specializzati nel darci prova del nostro inferno quotidiano.
Nel frattempo, il mio cellulare mi aveva proprio mollato sul più bello come fanno quei fidanzati che mollano le ragazze il 13 agosto per trascorrere il 15 con gli amici e tornare il 31 quando dovresti metterli sul volo più low cost possibile per la Savana.
Ormai la mia conversazione è sempre più scadente e le birre sempre più numerose nel tentativo di tenermi su.
A un certo punto, la serata ha una sterzata: vedo scendere dal vicolo una coppia di ragazzi, sui vent’anni, look sul trasandato chic, dove ogni strappo è curato nei dettagli e provato in decine di selfie davanti allo specchio.
Li osservo avanzare e avanzare e avanzare fino a quando lui tira fuori dalla tasca dei jeans una chiave e con un click che mi è parso pure di sentire fa illuminare la macchina.
Io non riesco a credere ai miei occhi, comincio a sentirmi una ‘ragazza’ fortunata come quelle delle canzoni di Jovanotti.
Scatto in piedi, mi chiedono: “Ma dove vai?” e io, senza fare una piega: “Torno subito”.
Alzo i tacchi e li porto tac tac tac, risoluta, verso di lui, che intanto è già in macchina. Ormai non poteva fermarmi più nessuno neppure John Wayne.
Sollevo l’indice come si fa a scuola per chiedere il permesso (perchè l’educazione a un certo punto della vita è pure una scelta) e gli faccio: “Scusami puoi abbassare il finestrino ti devo parlare?”.
Lui – cuor di leone – cerca nello sguardo della ragazza una spiegazione rapida, ma non trovando neppure un barlume di speranza in quegli occhi, annaspando, abbassa il finestrino
Irrompo, ma sempre con gentilezza, perchè uno deve pure dare l’esempio: “Ma scusa, secondo te, questo è un posto in cui parcheggiare“.
E lui: ” Pecchè c’è quacche pprobblema?“.
Io: “Certo hai parcheggiato davanti all’Arco di Traiano (tono fermo ma con quattro punti esclamativi)”.
Lui con fare da Fonzie de’ noantri: “Embè?”
“Embè è un monumento e qui non si parcheggia. I turisti devono spostarsi per evitare che nelle foto ci sia anche la tua auto“.
Lui sfodera i suoi occhi da triglia, unica arma che crederà letale, e se ne esce così: “Embè? E’ una bella macchina, almeno gli viene una bella foto“.
Io che sono di quelle che l’ultima parola ce l’ho sempre a portata di mano pure quando ho torto marcio, figuriamoci quando ho la ragione del profeta Isaia: “Sarà pure più bello l’Arco che la tua macchina, no?“.
Lui, invece, è uno di quelli che oltre la macchina non c’è di più, mi guarda e mi dice: “Pure a’ macchina mia è bella“.
Chiude, rapido, il finestrino e mi molla là, lasciando a mezz’aria le mie ultime parole: “Capra, sparisci!“.
Teresa Ferragamo,
giornalista
Alcuni dettagli dell’Arco di Traiano
Grazie alle foto di Lorenzo De Marco vediamo qualche dettaglio di uno dei più importanti monumenti di Benevento